Avere 22 anni e vedere i giornali chiudere (per sempre)

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Mario Panico ha 22 anni, è la sua terza volta come volontario al Festival del Giornalismo e viene da Taranto. La città dell’Ilva con 11 comignoli, coi veleni rossi sulle case del quartiere Tamburi a ridosso del mare.

“Sono pubblicista. Mi sono occupato di una radio che abbiamo tirato su con gli amici, conducevo il programma Antima, dove parlavo di Mafia, quella delle mie parti. Ho intervistato molte vittime”.

Mario ha scritto sul Corriere del Giorno, che ha chiuso. A sentire le storie dei giovani giornalisti pare proprio che questa generazione la ricorderemo come quella che ha visto chiudere tutti i giornali appena prima di poterci entrare a lavorare, o fare pratica. “A 19 anni ero più fiducioso, ora ne ho 22 e sono disilluso”, dice.

Rimangono le scuole di giornalism…ahahahahahaa, no scherzo.

“Taranto è stata una buona scuola, ho imparato a camminare”. In tempi di nativi digitali, quindi, Enrico Mentana non è l’unico a non incularsi twitter. C’è ancora qualcuno a cui piace fare questo mestiere consumando le suole, in cerca di storie.

E al Festival cosa hai imparato, Mario, che la marchetta la devo fare e mica mi puoi parlare solo di Taranto?

“Il primo anno che arrivai a Perugia come volontario ero convinto di essere un bravo fotografo”, dice, “Ma Alessia (la tecnica foto che quest’anno non c’è) mi ha insegnato molto”.

E come?

“Eh, dicendomi che le mie foto facevano schifo”.

E i giornalisti famosi? Si spendono per dare un po’ della propria esperienza a voi volontari?

“Guarda, gli anni scorsi li passavo a inseguire i BIG”, racconta, “Ora ho smesso. Mi ha dato molto di più interagire con gli altri volontari, con le loro esperienze”.

“Dopotutto, una redazione così grande come quella del Festival del Giornalismo non esiste, o no?”

di Michele Azzu
(Foto: Roberto Baglivo)

(* Nella foto non c’è Mario, ma Roberta).