Google Masterclass: il gigante ci aiuta a trovare tutto (o quasi) quello che ci serve

Matt Cooke esordisce con un giocoso lamento: “This is a tropical weather for me”. In passato reporter alla BBC News, lavora ora a Google come leader europeo del News Lab, con la missione di migliorare l’esperienza web di giornalisti, editori e scrittori attraverso l’intero arcipelago britannico.

Presenta la masterclass, riguardante le funzioni di Search e i Google Trends, come la prima di tre sessioni riguardanti le ormai immense funzionalità del gigante della rete. La seconda sarà su Youtube e la terza ed ultima su Maps. “If you get asleep because of the warm temperature, you can use the website, it’s very useful”, annuncia poi il relatore. Il sito in questione è google.com/mediatools ed è una autentica miniera di suggerimenti e trucchetti su come utilizzare Google in combinazione con produzioni mediatiche di qualunque tipo.

Matt comincia mostrando un brevissimo racconto di una storia di tutti i giorni, quello di una giornata di grande freddo nel mezzo dell’Inghilterra. Poi lo lascia lì, sospeso, e fa comparire sul grande schermo tre immagini: Bill Clinton, diversi Euro in monete e banconote, le Spice Girls. Chiede a che anno risalgono. Dal pubblico si colgono tiepidi “1997”, “1999”, “2002”. Era il 1998, e Matt mostra una arcaica schermata iniziale di Google immortalata durante il suddetto anno. Poi l’evoluzione dei personal computer da ieri ad oggi, infine quella dei telefoni cellulari: “They are again big as much as TVs now, but you can do what you want with them”, spiega. Poi una veloce carrellata delle funzioni più immediate ed usate del motore di ricerca: il riquadro Wikipedia a lato, le mappe, le modalità “vocabolario” e “compara due oggetti”, la ricerca dei voli per un lungo viaggio o del modo più veloce per tornare a casa, per non parlare della possibilità di escludere delle parole-chiave alcuni vocaboli specifichi o di trovare precise citazioni. “Everything is included here”, indica Matt mostrando la pagina dell’Advanced Search.

Si continua con l’Image Search. Con Google si possono trovare immagini relative a determinati eventi o oggetti -e questo è noto-, scegliere quelle senza diritti di proprietà (e quindi liberamente utilizzabili), ma anche selezionare a seconda del gradiente di colore, della dimensione, o del periodo di tempo che interessa. Ma la funzione più interessante è quella che permette di rintracciare, grazie a un solo file .jpeg, da dove arriva e quando è stata generata una determinata immagine, quanto spesso è stata pubblicata sulla rete, su quali più o meno autorevoli siti, se esistono foto simili. Matt cita il celebre caso scuola della macchina bloccata dal ghiaccio di Chicago nel 2014 -che in realtà era a Ginevra nel 2005-, e racconta di una foto delle rivolte studentesche di Londra nel 2011 spacciata, a una newsroom tedesca, per quella di una fantomatica rivolta scozzese a Glasgow durante il giorno del Referendum per l’Indipendenza. Ci tiene tuttavia a specificare che lo strumento di Google rappresenta solo “one way”, e non il “silver bullet” (un “proiettile d’argento”, in inglese una metafora per definire un’arma definitiva) per scovare bufale fotografiche.

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Matt poi introduce la funzione Google Public Data, grazie alla quale chiunque può trovare dati messi in rete da un’autorità pubblica e visualizzarli in grafici o mappe automaticamente generate da Google, condivisibili sui propri siti o articoli: si parte dai fondi messi a disposizione da un Comune per una specifica nota di spesa, fino a poter comparare la qualità della banda larga nei diversi paesi dell’Unione europea. “It’s like you go to the library but you don’t take the book away, the book is there for everyone who wants to use it”, spiega Matt.

L’ultimo “mondo” presentato da Matt è quello di Google Trends, grazie al quale è possibile visualizzare quali sono le parole più digitate nella barra di ricerca, in qualsiasi regione, nazione o lingua a partire dalla propria, oltre che globalmente. Lo strumento è molto utile anche se si vogliono comparare le mode del momento con quelle di un periodo lontano -ma non troppo- nel passato. Il relatore usa due esempi: l’interesse di internet verso Juventus e Milan negli ultimi dieci anni, e quello nei confronti dei cinque candidati a Prime Minister alle prossime General Elections nel Regno Unito, limitato a un solo mese di tempo. Dai grafici e i dati di Google Trends è possibile, soprattutto per il giornalista, osservare il crescere e il decrescere delle diverse passioni online in date e periodi specifici, dedurne e analizzarne le motivazioni, trarre e commentare conclusioni utili per i propri pezzi. Esattamente come fa il Guardian nel suo DataBlog, mostrato come esempio di buona pratica da Matt.

Il relatore conclude tornando finalmente alla storia raccontata all’inizio della Masterclass, relativa al mesto tempo meteorologico britannico, e chiede alla platea: “How would you use Google search tools to tell this story?”. Una domanda aperta che spinge ad avventurarsi e ricercare, così da poter raccontare al meglio anche le nostre.