Pardo e Di Marzio: fare il giornalista sportivo oggi

Foto: Giovanni Culmone
Foto: Giovanni Culmone

di Michele Pasculli

“A me il tiki taka fa schifo, tra l’altro!”. Una frase normale che potrebbe aver detto al bar del paese un qualsiasi detrattore del tipo di gioco del Barcellona e di Guardiola. Un po’ meno normale se questa frase proviene da Pierluigi Pardo, giornalista di Sport Mediaset e conduttore della trasmissione “Tiki taka”. Pardo è stato il protagonista, insieme al giornalista di Sky Sport Gianluca di Marzio, del panel “Video killed the press star? Il giornalismo sportivo tra televisione e nuovi media” tenutosi venerdì 3 maggio in sala Raffaello all’Hotel Brufani. Pardo e Di Marzio hanno analizzato come sta cambiando la professione del giornalista sportivo, il ruolo dei social network in questa trasformazione e il futuro per gli aspiranti telecronisti di domani.

“Cambia di giorno in giorno secondo me o, comunque, di anno in anno – ha dichiarato Pierluigi Pardo – La televisione si sta muovendo in due grandi velocità che sono da un lato l’hd, quindi l’alta definizione, l’evento che deve essere raccontato nella maniera più completa possibile e con un livello di qualità visiva mostruoso. L’altra grande direttrice di novità e progresso mi sembra la velocità. Per tutto ciò che riguarda hard news, notizie h24, lì vale tutto, lì vale anche il video amatoriale del passante. Tutti con gli smartphone, con i tablet possono diventare addirittura mezzi di comunicazione. Perciò da un lato c’è un eccesso di professionalizzazione. Dall’altra, invece, per tutto ciò che è hard news, informazione a getto continuo, hai tutta una serie di input che arrivano dal basso, che arrivano dalla strada, dall’incontro casuale”. Tuttavia, secondo Pardo, i social network non possono sostituire i mezzi tradizionali, sebbene abbiano un ruolo fondamentale.

L’opinione di Pardo è stata condivisa anche da Gianluca di Marzio, giornalista esperto di calciomercato, settore dove la velocità nell’arrivare per primo su una notizia è fondamentale. “Oggi tutti possono più velocemente diventare giornalisti sportivi e credo che sia una vera e propria rivoluzione attraverso i social network. Velocità nell’arrivare all’obiettivo ma anche, secondo me, non tantissima qualità. Si è persa un po’ la qualità di scrittura, si è persa la voglia di essere raffinati, di esprimere la propria fantasia, di esprimere quello che si ha in testa senza avere paura”.

Quali consigli darebbero, quindi, Pardo e Di Marzio ai giovani telecronisti in erba per realizzare il proprio sogno? “Semplicità e originalità allo stesso tempo – afferma Di Marzio – Tutti vogliamo arrivare primi sulla notizia, chiaramente è il nostro obiettivo. Ma c’è anche il rischio poi di non curare i dettagli. Spesso la cura dei dettagli viene sacrificata dalla velocità con cui vogliamo dare la notizia”. Nessuna remora o paura di rompere le scatole, questa è la ricetta vincente di Pierluigi Pardo. “L’accesso alla professione non è lineare, non lo è mai stato. La quantità di spasimanti per questo lavoro è folle. Bisogna serenamente darsi un tempo perchè uno nella vita può fare anche altre cose. Bisogna metterci il massimo dell’entusiasmo, il massimo della faccia tosta, non aver paura di rompere le scatole, non aver paura di cominciare in realtà anche molto destrutturate che oggi sono più semplici da affrontare. Bisogna provarci con tutte le forze, dopo di che bisogna darsi un tempo. Questo lavoro è bellissimo, la passione è tantissima, però è bellissimo se lo riesci a fare con delle condizioni minime di poca precarietà, di sicurezza economica e di qualità del lavoro che fai”.