A lezione di fact-checking con i ragazzi dell’Istituto Volta

Orientarsi tra le informazioni che permeano quotidianamente i nostri vissuti non è certo facile. Il nostro ruolo all’interno dell’ecosistema assume una valenza sociale, in merito alla responsabilità che abbiamo, come nodi della nostra rete, dell’informazione che si diffonde nell’ambiente connesso. Questa la tematica al centro del laboratorio “A scuola di fact-checking” dove gli studenti dell’Istituto Volta di Perugia hanno messo alla prova le proprie competenze digitali. I ragazzi sono stati guidati da Nicola Bruno, giornalista e cofondatore dell’associazione Factcheckers.it e Stefano Moriggi, docente di Teorie e Tecniche della Comunicazione Scientifica in TV all’Università Bicocca di Milano.

Non solo i giornalisti, ma chiunque abiti gli spazi della rete, soprattutto i nativi digitali, dovrebbe acquisire determinate competenze. Per esercitarsi in questo tipo di pratica è stato proposto all’inizio dell’incontro un quiz molto coinvolgente e interattivo: dai meme su Pokemon Go all’utilizzo della ricerca inversa di Google per verificare la veridicità dell’immagine, i ragazzi hanno potuto testare la loro abilità nello scovare le bufale. “Siete stati molto bravi”, si complimenta Nicola Bruno soddisfatto dell’operato dei giovanissimi studenti presenti.

Per il fact-checking day l’associazione Factcheckers.it ha presentato, assieme a Sky, un guida utile per orientarsi nel mondo delle fake news. All’interno della guida, presentata durante l’incontro, possiamo trovare alcuni suggerimenti per discernere i contenuti falsi da quelli originali, ad esempio utilizzando la ricerca inversa per le immagini su TinEye. Questo consente di assumere un atteggiamento proattivo, in quanto “prima di ripubblicare un’immagine falsa, anche per segnalarla, cercate di aggiungere dei simboli che segnalino l’infondatezza dell’immagine – suggerisce Bruno – unico modo per limitarne la viralità”.

Una particolare attenzione va posta sui siti che adottano tecniche di clickbaiting, soprattutto ai siti che scimmiottano testate d’informazione, presenti all’interno della black list di Bufale.net. “Spesso – prosegue il giornalista – questi siti non hanno neanche la sezione “Chi Siamo” e solo dopo accurate analisi è possibile ricostruire che alcuni soggetti controllano più di un sito. Bisogna fare molta attenzione”. In un sistema mediale in cui il codice visivo si erge a cifra stilistica dominante, è stato dato ampio spazio a questo tipo di contenuti. Effettuando un’analisi con FotoForensics è possibile ispezionare i metadati dell’immagine e verificare eventuali manipolazioni apportate tramite un software di fotoritocco. Per i video potrebbe essere utile installare il plug-in frame by frame, il quale permette di muoversi facilmente al suo interno e regolare la velocità di esecuzione.

Molto spesso può risultare necessario verificare la validità di dati e della fonte primaria che li ha forniti. Dal quotidiano britannico Guardian al collettivo Wu Ming, in molti casi sono state verificate le informazioni sull’ampia partecipazione a specifiche manifestazioni politiche. Questo è possibile grazie a piattaforme come mapchecking.com che permettono di stimare la quantità massima di persone presenti in una data area. Come stimare invece l’autorevolezza di una notizia scientifica? “Possiamo verificare l’attendibilità di una fonte tramite l’indice H  – ricorda il cofondatore di Factcheckers.it – che fornisce un punteggio compreso tra zero a mille “.

Nella seconda parte del workshop Stefano Moriggi ricorda come sia “un bene che questi strumenti, pane quotidiano di giornalisti ed esperti del settore, vengano diffusi al di fuori dal contesto specialistico,  diventando un bene comune di tutti coloro che hanno a che fare con la rete”. “Gestire una tecnologia non significa solamente imparare ad utilizzare gli strumenti – aggiunge più avanti – ma devono essere affiancati ad una metodologia di lavoro. L’interazione di questi è fondamentale per una conoscenza critica. Noi non vogliamo formare dei cacciatori di bufale, ma è molto più interessante immaginare dei percorsi che consentano di aumentare le capacità critiche dei soggetti, tenendo bene a mente la dinamicità del mondo digitale”.

L’incontro si è concluso con un’ultima esercitazione. Agli studenti è stato chiesto di verificare l’attendibilità di alcune notizie suddivise per difficoltà. “Anche il vero può essere sensazionale – conclude Moriggi – per questo è fondamentale non considerare in maniera molto manichea i concetti di vero e falso. Ci si muove in un mondo molto più sfumato rispetto a come viene spesso presentato”.