“Aiutiarli a casa loro”: Lercio e AMREF contro i pregiudizi sull’Africa

È la satira, bellezza! Seppellire con una risata i pregiudizi sull’Africa ha dato il titolo all’incontro che, all’interno della Sala dei Notari di Perugia, si è svolto nell’ultima giornata del Festival internazionale del Giornalismo. Maria Cuffaro, giornalista, inviata e conduttrice del TG3, Roberta Rughetti, direttrice dei programmi di Amref Health Africa-Italia, Davide Paolino e Gianni Zoccheddu, entrambi del sito di fictional news Lercio, hanno condotto il talk  a cura di AMREF per capire se l’Africa può essere descritta in un modo diverso, oltre l’idea spesso diffusa che sia solo una terra di conflitti, difficile e controversa.  A sostegno di questo, il vignettista e illustratore per L’Espresso e Il Manifesto Mauro Biani ha offerto il proprio punto di vista attraverso alcune vignette, pubblicate anche nel libro La banalità del ma che, in collaborazione con Francesco Foti, è stato edito da People 2019.

AMREF, una storia lunga 60 anni

“La nostra organizzazione è nata in Africa oltre 60 anni fa con un obiettivo preciso, che è quello di migliorare le condizioni socio sanitarie delle popolazioni locali” In quei contesti, lavoriamo prevalentemente nelle zone più svantaggiate. Per noi, l’incontro con l’Africa è in quelle aree in cui c’è maggior bisogno del nostro impegno, del nostro lavoro e delle nostre soluzioni.” A parlare con orgoglio è Roberta Rughetti, che descrive l’organizzazione di cui fa parte e che cerca di sostenere la crescita, lo sviluppo e la valorizzazione di un territorio che vive un cammino difficile, fatto di guerre, catastrofi, ma anche voglia di rinascita. “Il nostro ruolo è lavorare come organizzazione per migliorare le condizioni socio-sanitarie e fornire una corretta informazione e conoscenza del continente dove operiamo, da cui possiamo portare tante storie, esperienze e testimonianze diverse rispetto a quelle che solitamente arrivano.” Questi sono tra i primi obiettivi dell’organizzazione, che negli anni ha strutturato un percorso che si snoda nel supporto fattivo dell’Africa, tra salute ed equità per sensibilizzare, educare e migliorare le condizioni di vita. Mauro Biani ha contribuito con le sue vignette dove “prima dei dolori, delle tragedie e delle difficoltà, un tema interessante è quello dello spostamento delle persone, che ha sempre interessato il mondo: questa è stata la spinta iniziale”. Tra le altre riflessioni, alcune attuali quanto dure, tutte hanno offerto uno stimolo per riflettere anche sull’atteggiamento che molto spesso mostriamo nel confronto con l’altro: “Spesso si parla di argomenti parlando di numeri, difficilmente si parla di persone, dando nome e cognome”.

Un reportage atipico

“L’Africa ha tanti problemi e gliene abbiamo dato uno aggiuntivo: siamo andati noi”. Risate, ma non solo: il contributo di Davide Paolino e Gianni Zoccheddu non si è limitato alla sola presenza ironica e irriverente all’interno del panel, per sdoganare l’idea che l’Africa sia un paese ostile, lontano e diverso. I due autori di Lercio hanno fattivamente contribuito alla narrazione riportanto impressioni, ricordi e contributi video del loro viaggio nella parte meridionale dell’Etiopia grazie ad Asure, un progetto di Amref nato nel 2014 e sostenuto dalla Commissione Europea e da Fondazione Intesa San Paolo per raccogliere dati e storie su alcuni temi caldi, tra cui la salute sessuale, il ruolo della donna, l’uso dei contraccettivi e la pianificazione famigliare. Un reportage sui generis che si snoda grazie a un piglio ironico e spiccato, che non vuole solo far ridere: “Chi fa satira sa benissimo che dileggia il potere: che il suddito, ovvero il povero, che sia nudo lo sanno tutti. Quello che la satira deve raccontare è che il re è nudo, deve additarlo e far vedere il nudo”. Spesso però, la profonda disumanizzazione della contemporaneità stimola la satira a raccontare ciò che c’è di buono, con un unico metodo: “La satira lavora per contrasto”. Qual è la funzione della satira e delle vignette, due linguaggi eterogenei chiamati a coesistere sul palco del Festival internazionale di Perugia? “Spesso le mie persone non hanno il viso, non hanno il volto – spiega Mauro Biani – perché la caricatura rassicura: c’è un nemico, c’è il male.” Un capro espiatorio comune che ha una funzione precisa, soprattutto per spingere gli spettatori a interrogarsi e a non lasciarsi andare alle generalizzazioni: “Mi piacerebbe che ognuno si sentisse chiamato in causa, non c’è qualcuno a cui dare la responsabilità. È un po’ di tutti.

Ricordi, tra il serio e il faceto

“Parti che ti manca tutto, torni che ti manca l’Africa”: è questa la conclusione di Davide, tra gli autori di Lercio, dopo l’esperienza in Etiopia. L’espediente ironico e scanzonato ha permesso di raccontare la loro esperienza attraverso una narrativa diversa dallo standard, ma profondamente pungente e tagliente, che ha fatto leva sui contrari: “Famiglia etiope chiama i figli con nomi di banche per farli salvare dall’Europa”, ma anche: “Sardegna: squalo nuota con la sagoma di un migrante sulla schiena per spaventare turisti lombardi”. Non sono mancati momenti di ilarità tra i presenti, scatenate anche da affermazioni come “ci chiama e ci dice che dobbiamo fare il passaporto, le vaccinazioni e il testamento”. Non c’è da stupirsi però: “La satira è un genere letterario che sfrutta la retorica” e utilizza espedienti come l’antropomorfismo, l’esagerazione e alcuni must della cultura pop. Tutto questo non ha mai snaturato l’Africa e la missione che AMREF si è posta, ma ha voluto evidenziarne i punti di forza: “È un modo per raccontare se stessi valorizzando le risorse che il continente ha: è un continente vastistissimo pieno di diversità, storie e tradizioni. Il nostro compito è lavorare dov’è un bisogno sanitario chiaro ed evidente ma lo facciamo con le risorse presenti in loco.  Il leitmotiv “aiutarli a casa loro” è più volte eccheggiato, frutto della filosofia d’azione dell’organizzazione: non un luogo comune, ma la voglia di dare risalto a una terra che continua a fare i conti con il proprio passato, che vuole proiettarsi verso il futuro, riorganizzare la propria storia attraverso comunità attive, giovani e consapevoli delle loro prospettive.