Brand e business model, alla ricerca della sostenibilità economica

Foto: Diego Figone.
Foto: Diego Figone.

«I quotidiani non moriranno». Ha esordito così Raju Narisetti, vicepresidente di News Cors, al panel del Festival del giornalismo di Perugia Brand e business model: alla ricerca della sostenibilità economica in cui si è discusso dei nuovi modelli per creare reddito con i media. «Non penso che le vendite dei giornali cresceranno – ha proseguito il dirigente – ma non spariranno, come molti dicono, nel breve periodo e continuano a rappresentare una grossa parte dei nostri introiti. E’ necessario però pensare a una migliore gestione delle risorse. Il 36% dei lettori del Wall Street Journal ci sfoglia da tablet e telefono. Tuttavia in una grande redazione, solo pochi giornalisti si occupano dell’ottimizzazione delle notizie su smartphone, un mercato che potrebbe essere monetizzato».

Lo sa bene Felix Salmon che ha lasciato l’agenzia Reuters per la start up Fusion, produttrice di contenuti digitali per smartphone. «Reuters ha un’organizzazione obsoleta – ha detto – mentre la società di cui faccio parte si rivolge a un pubblico giovane che utilizza soprattutto i cellulari. Realizziamo contenuti originali con esperti del settore arrivati anche da Abc News. Io mi occupo di mettere insieme le risorse che ci aiutino a trovare nuovi modi di comunicare».

«Il business dei giornali – ha detto Lucy Marcus, fondatrice e CEO di Marcus Venture Consulting – è antico e non è cambiato per molto tempo. Ora viene sconvolto da continue novità e il momento che stiamo vivendo è di grossa sperimentazione. Il giornalismo però ha dei costi e dobbiamo necessariamente porci il problema di come monetizzare le notizie. Un esempio è il paywall, sono invogliata a pagare il New York Times perché mi offre un ottima informazione».

«Come sappiamo, non tutti i paywall sono stati un successo» le ha risposto Narisetti, sostenuto dal fondatore di Gigaom Om Malik. «Troppe persone si sono abituate ai contenuti gratuiti – ha spiegato Malik – e se si adotta il paywall si rischia di fare un passo indietro. Il nostro compito è creare qualcosa che valga la pena acquistare per non far diventare schiavi della pubblicità i giornali. Dobbiamo chiederci cosa manca alla nostra community di lettori. Utilizziamo contenuti approfonditi in nicchie di mercato. Un utente felice del contenuto solitamente torna ed è anche disposto a pagare. Si possono anche organizzare degli eventi con il brand del giornale o creare delle applicazioni». Raju Narisetti ha sottolineato come le redazioni siano molto possessive con il nome della testata e si incontrino difficoltà con queste iniziative. «Giusto monetizzare ma gli incontri sono molto costosi – ha concluso Marcus – ricordiamoci che il nostro bene principale è comunque la notizia».

Davide Casati
@davidetweet