Bugie e divise: come nascono i governi autoritari

Ad aprire l’appuntamento con Roberto Saviano sabato 6 aprile al Teatro Morlacchi è la fondatrice dell’International Journalism Festival Arianna Ciccone. Sceglie di farlo citando le parole di Gianni Pacinotti (in arte Gipi) che l’hanno colpita in questi giorni: “Se lo spirito di un ragazzo verte alla bontà invece che alla crudeltà può essere merito solo della bellezza, non della critica sociale, ma del contatto con la bellezza e la bontà di altre persone”. Il filo conduttore del Festival quest’anno è il coraggio, e molti sono i personaggi che nel corso di questa edizione hanno testimoniato il loro impegno e la loro forza, a partire da Maria Ressa e il suo giornalismo investigativo sotto attacco da parte del governo di Duterte. “Questa serata è dedicata a chi risponde alla crudeltà con bellezza, bontà e coraggio.” E il lavoro di Saviano incarna alla perfezione queste caratteristiche.

Roberto Saviano guida il pubblico nell’evoluzione del partito di Matteo Salvini e si sofferma su alcune strategie mirate di comunicazione del vicepremier, mostrando immagini e filmati dei giorni nostri e non solo. In un’era come la nostra segnata dalla rapidità, tutto ciò che non è immediato viene messo da parte. Non ci sono nè tempo nè voglia per l’approfondimento, il culto è quello del tutto e subito. Salvini l’ha capito bene e sa sfruttarlo abilmente per mantenere saldo il consenso dei suoi elettori e accrescere la sua popolarità. La chiave, spiega Saviano, “è interpretare il disagio, l’emotività. Lo interpreto trovando un nemico, perchè è molto più facile trovare una colpa che affrontare un tema, un problema”. Con i tempi dei social, tutto ciò che non è istantaneo sembra non meritare.

Il primo video che Saviano mostra al Teatro vede protagonista Salvini a Rosarno in Calabria, subito dopo le elezioni. Ad attenderlo una platea entusiasta di elettori, che sembrano aver dimenticato l’atteggiamento che la vecchia Lega Nord ha tenuto per tanti anni nei loro confronti. Fino a qualche anno fa, spiega Saviano, al sud “il solo pronunciare la parola Lega ti dava un senso alle budella di fastidio”. “Salvini arriva e l’unica frase che dice dopo oltre vent’anni di insulti è: per tanti anni ci siamo visti da lontano“. Quasi un’ascensione poetica per una situazione che, però, meritava forse qualche spiegazione in più, a partire da quei 49 milioni che, spiega Saviano, sono stati riciclati attraverso un uomo della cosca De Stefano, proprio di Reggio Calabria. “Un leader di un partito che ha fatto questo, doveva andare a Rosarno e raccontare di questo, magari chiedere scusa” o dimostrare ad esempio che la sua Lega non è più quella”. Ma non l’ha fatto, perché “parlarne significa farlo esistere, ecco perché giornalisti e intellettuali sono odiati”. Salvini non racconta, perchè non raccontando allora tutto quello che è successo non esisterà.

Il racconto di Saviano si sposta poi a Napoli, in particolare ad Afragola. In un altro filmato si vede Salvini in un mezzo alla folla. C’è confusione e clamore, ma una voce di un uomo si leva distintamente dal coro: “Matteo, elimina Saviano!”, chiedendo poi di togliergli la scorta. La risposta del leader della Lega è “Lunga vita a Saviano!”. La reazione del Ministro degli Interni avrebbe dovuto essere ben diversa, spiega Saviano, magari allontanando il cittadino che chiede di eliminarne un altro, invece la sua risposta è sembrata più un “buona fortuna, fratello”. Reazione che non si è fatta attendere in un’altra occasione, questa volta a Roma, in cui però si è rivelata sproporzionata. Una signora dall’altra parte della strada fa un commento a Salvini urlando “ridicolo!” e fischiando, ma la signora viene allontanata in malo modo dagli agenti della sicurezza. Questo filmato di qualche mese fa è finito sulle home page di tutte le principali testate giornalistiche.  Nell’ultimo anno sono molti gli episodi che hanno visto Matteo Salvini indossare durante le sue uscite pubbliche le divise di diversi corpi delle forze dell’ordine italiane. “Quando vai in giro con la divisa – spiega Saviano – il messaggio che passa è semplice: io coincido con la polizia, lo stato e il governo coincidono. Significa questo. Ecco perchè è gravissimo”. Un gesto che dovrebbe essere un simbolo, ma così perpetrato diventa un fattore che rompe l’equilibrio della democrazia e i suoi meccanismi di controllo. Per Saviano è nostra responsabilità portare avanti “un’opera di memoria” e mostra una foto di Salvini qualche hanno fa in cui la sua t-shirt recitava “Padania is not Italy”. E’ questa la verità che tutti noi non dobbiamo dimenticare.

“Fuori dal dibattito politico e sociale c’è un paese intero che vive sotto meccanismi criminali, che portano intere generazioni a non avere altra speranza che fare soldi subito, nel modo più violento possibile e crepare il prima possibile. Perchè in questo mondo, se pensi di poterti realizzare con il tuo talento con il tuo impegno e attraverso il lavoro, sei un ingenuo”. Il valore è oggi è dato da: follower, denaro aspetto. Con una realtà così dura e cruda, Saviano conclude riconoscendo il valore di un Festival come quello del giornalismo. A Perugia si ha la possibilità di guardare le persone da vicino, di ascoltare le loro storie e “uscire dal virtuale, per capire cosa fare e provare a sentirsi necessari”.