Il Festival Internazionale del Giornalismo rende omaggio alle vittime dell’attentato terroristico del 7 gennaio 2015 contro la sede della testata satirica francese Charlie Hebdo con la proiezione del documentario Cabu, politiquement incorrect!
Presenti in sala gli autori, Jérôme Lambert e Philippe Picard, ed il giornalista e conduttore radiofonico di Radio Capital Luca Bottura, che ha introdotto la proiezione e moderato il dibattito.
Jean Cabut, in arte Cabu, era uno dei pilastri della redazione di Charlie Hebdo: le sue produzioni rispecchiavano – e rispecchiano tutt’ora – lo stile dissacrante e irriverente verso tutto e tutti del periodico transalpino.
52 minuti intensi, frutto di una giornata qualunque del 2006 passata in compagnia del vignettista nella redazione di Charlie Hebdo, in cui gli autori descrivono ed analizzano l’artista più da vicino e più di quanto egli era solito comunicare all’esterno, grazie anche e soprattutto alle testimonianze di chi lo ha conosciuto nella quotidianità privata e professionale come i colleghi vignettisti e disegnatori Charb, Wolinski, Cavanna, Gaillard, Gotlib, Luz, Val e Riss, che con lui hanno collaborato non solo a Charlie Hebdo ma anche a Le Canard Enchaîné, Hara-Kiri, Pilote e in vari programmi televisivi.
Cabu appare quindi come una persona tanto mite nella vita di tutti i giorni quanto irriverente quando in mano ha una matita; antimilitarista convinto ed anticlericale, ha sempre preso di mira il potente di turno senza farsi mai influenzare da alcuno: da Charles de Gaulle a Jacques Chirac, da François Mitterrand a Papa Giovanni Paolo II, da Jean-Marie Le Pen a Ségolène Royal fino a Nicolas Sarkozy.
È da sottolineare, come ha evidenziato Luca Bottura in apertura, che il lavoro di Lambert e Picard è stato realizzato in tempi non sospetti e non in fretta e furia sull’onda emotiva generata dall’attentato terroristico; un progetto studiato nei minimi dettagli dagli autori ed incentrato sulla figura di Cabu semplicemente perché, come ha affermato Lambert, “Era il miglior caricaturista francese”.
Molto conosciuto in Francia, Cabu raggiunse anche una certa popolarità a livello internazionale nel 2006, poco dopo la realizzazione di questa pellicola, quando disegnò l’illustrazione di copertina dell’ormai famoso numero 712 di Charlie Hebdo che raffigurava Maometto seduto, in posizione quasi rannicchiata, con la testa tra le mani in segno quasi di disperazione e con un balloon che gli attribuiva la frase “C’est dur d’être aimé par des cons…” (È dura essere amato da imbecilli).
Cabu, come è noto, ha perso la vita nell’attentato dello scorso gennaio insieme ad altri 11 componenti della redazione di Charlie Hebdo: alla luce di questo, Cabu, politiquement incorrect! è quindi un documento unico, una testimonianza dal valore inestimabile, un pezzo di storia contemporanea.