Come combattere la criminalità transnazionale

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Foto: Simona Lodato

David Kaplan è direttore esecutivo di GIJN, Global investigative journalism network, quella che definisce “associazione ombrello di tutte le fondazioni di giornalismo investigativo”, ovvero una piattaforma che mette in contatto tutti coloro si occupano di criminalità transnazionale. “I cattivi sono diventati internazionali molto tempo fa, e la polizia non è riuscita a fermarli; noi abbiamo capito che bisognava creare una rete ed aggiornare i metodi per trovarli, siamo diventati più bravi della polizia”. Kaplan suggerisce alcune linee guida, quelle utilizzate anche dal suo team per rendere efficienti le ricerche: raccontare le storie in maniera interessante, non riportare solamente dei dati aridi che non suggeriscano ai lettori alcuna spiegazione; pensare per immagini; creare un team; trovare degli esperti; prendere documenti e dati; trovare un bravo editor; fare fact checking ovvero controllare anche l’aspetto legale delle indagini per far fronte ad eventuali processi

Paul Radu è direttore esecutivo di OCCRP, Organized crime and corruption report, fondazione che lavora soprattutto con i centri dell’Europa Orientale e in particolare dell’area balcanica, avendo la sua sede a Sarajevo. Grazie alle indagini dell’OCCRP la polizia, pochi mesi fa, è riuscita a catturare dopo anni di latitanza Darko Saric, re serbo del narcotraffico in Europa. I servizi che offre la fondazione sono tantissimi: la loro piattaforma permette ai giornalisti di tracciare gli spostamenti di denaro da un Paese all’altro; il progetto Visual Investigative Scenario Software mappa le reti semplificando in maniera visiva centinaia di traffici illegali; People of Interest è il loro ultimo progetto e il loro servizio consiste nel creare un profilo di tutti gli imprenditori che hanno avuto guai con la giustizia, in modo che nel caso in cui gli stessi chiedano prestiti ad una banca o debbano collaborare con imprenditori onesti, ci sia un modo per controllare la loro “fedina penale” nel database. L’OCCRP non lavora però esclusivamente sull’individuazione del crimine, la loro forza, afferma Radu, è la sua prevenzione, perché una volta che è già stato commesso non serve a niente renderlo noto.

 Cecilia Anesi, Leo Sisti e Giulio Rubino sono i fondatori di IRPI, Investigative Reporting Project Italy, progetto italiano di giornalismo investigativo nato nel 2012. La nostra situazione rispetto alle fondazioni estere citate è diversa: i finanziamenti sono difficili da trovare, e spesso non è semplice trovare partner affidabili; c’è una difficoltà oggettiva nell’interpretazione dei dati quando si tratta di indagini sul territorio nazionale perché la cultura del data journalism non è ancora sufficientemente diffusa in Italia; le altre fondazioni spesso organizzano corsi di formazione e riescono a trovare partner anche tra i cittadini volontari ai quali offrono i loro servizi professionali (come hacker o grafici ad esempio). Sul portale di IRPI i cittadini possono segnalare anonimamente le loro denunce, poiché la piattaforma si appoggia su Tor: movimenti strani, come spiega Cecilia Anesi, sono rintracciabili anche con strumenti a disposizione di tutti come i social network e le carte giudiziarie. A oggi le inchieste di IRPI hanno trovato alcuni finanziatori, come The Guardian e Il Fatto Quotidiano, che ha finanziato la loro indagine sull’olio: “Si è sempre detto che l’olio cattivo venisse dall’estero e che poi venisse mischiato con quello di buona qualità italiano. Noi abbiamo scoperto non solo che spesso è il contrario, ma soprattutto che i produttori italiani, pur di mantenere il controllo del mercato europeo, sono soliti contraffare il prodotto. Purtroppo in Italia ne hanno parlato solo Il fatto Quotidiano e Presadiretta” racconta Rubino.

Un simile incontro non solo è servito a raccontare a tutti la nuova esperienza dei nework giornalistici, ma soprattutto a far conoscere IRPI, una fondazione che deve essere supportata da cittadini e finanziatori, perché riesca a denunciare e ad offrire un servizio importantissimo per il Paese.

Marialuisa Greco @GrecoMal