Da Mainstream Media a digital start-up: il caso Ctxt.es

Questa è la storia di un uomo che ha dovuto reinventarsi. Miguel Mora, dopo vent’anni di carriera ad El Pais per il quale ha lavorato come corrispondente da Roma, Lisbona e Parigi, si è tuffato in una nuova avventura, quella del giornalismo digitale, sganciandosi però dai classici canoni del quotidiano telematico. Del suo progetto, autentica start-up che di “mainstream” ha ben poco, ne ha parlato al panel “Da Mainstream Media a digital start-up: il caso Ctxt.es”.

“L’esercizio del giornalismo libero è diventato un problema nei grandi giornali, dei quali la credibilità va scemando”, spiega Mora che, parlando della sua carriera al quotidiano El Paìs, snocciola dati preoccupanti circa la situazione occupazionale ed editoriale del suo Paese, la Spagna: il mercato non assorbe la richiesta lavorativa ma, aspetto ancor più grave, i grandi giornali del paese iberico hanno negli anni accumulato grossi debiti dovuti ad una superficiale gestione delle spese ordinarie, debiti che hanno portato le banche a diventare soci azionisti ed entrare nei vari cdm, limitando quindi il raggio d’azione nell’esercizio della professione, ormai non più libero come prima. Nel caso di “El Pais”, 5 miliardi di debito, 129 giornalisti licenziati, 20 prepensionamenti e la riduzione del 15% dello stipendio dei sopravvissuti (dato novembre 2012) per risparmiare tredici milioni di euro: “Non si capiva come un giornale di centrosinistra diventasse un’icona del capitalismo più feroce; ho denunciato tutto questo in privato ed anche in pubblico, quindi sono stato invitato a lasciare il giornale”.

Da qui la fine di un’era coincisa con l’avvento di una nuova sfida, quella di Ctxt.es, un settimanale atipico che già da un anno si destreggia nel vasto e confuso mondo dell’informazione on line. “Contesto e azione” è lo slogan che al meglio spiega l’idea di base del progetto di Miguel Mora: in un momento del giornalismo in cui la quantità vince sulla qualità, rapidità ed essenzialità nella divulgazione della notizia abbattono i criteri dell’analisi approfondita, nasce l’esigenza di contestualizzare e tornare alla costruzione dei significati di un fatto notiziabile. Il tutto in netta controtendenza rispetto all’impressionante veicolazione del flusso informativo, inarrestabile ma sempre più impreciso.

Niente titoli sensazionalistici, nessun banner pubblicitario ad ostacolare la fruizione dei contenuti, grafica molto essenziale: le storie, insieme ai giornalisti che le raccontano, sono al centro di tutto in uno stile “slow journalism” che non va oltre la produzione di più di venticinque pezzi a settimana.

L’approfondimento come cifra distintiva, l’assenza di pubblicità e un aspetto decisamente minimalista (quindi per questo molto fluido ed efficiente) sono i punti di forza di Ctxt.es che, oltre a ricercare la vera essenza del mestiere del giornalista, adotta anche un innovativo modello di business basato sui corsi di formazione destinati alle università: già in settecento hanno risposto positivamente, permettendo di raccogliere ben venticinque mila euro in una sorta di crowdfunding iniziale al quale, si augura Miguel Mora, possa seguire l’interesse di sponsor che permettano la sopravvivenza economica del settimanale nel tempo. Unico requisito per eventuali investitori? Il rispetto dei lettori e della libertà dell’informazione. (qui lo streaming dell’evento)