Digital Content is King. Colmare il digital divide grazie ai contenuti di qualità

Foto: Francesco Bisello Ragno
Foto: Francesco Bisello Ragno

Quando potrà finalmente realizzarsi la rivoluzione digitale che in Italia viene annunciata da tempo? Con questa domanda Serena Danna, responsabile dei contenuti digitali per l’inserto domenicale del Corriere della Sera, La Lettura, ha aperto il dibattito che si è tenuto ieri alle 17 in Sala Dei Notari.

I temi all’ordine del giorno nell’agenda digitale in Italia sono sempre gli stessi: colmare la carenza di infrastrutture per permettere a larga parte della popolazione di accedere alle nuove tecnologie, e soprattutto creare una consapevolezza digitale forte. Si comincia con l’intervento di Marco Patuano, CEO di Telecom, che si è affrettato a correggere i dati riportati da Danna, provenienti dal rapporto Caio. Questo documento mostra una carenza “dai risvolti drammatici” delle infrastrutture delle telecomunicazioni. Non si tratta di una mancanza di strutture, specifica Patuano, il cui numero non è poi così diverso da quello degli altri Paesi europei, quanto il fatto che “il 30% della popolazione non ha accesso ad esse perché afferma di non averne bisogno” e che “l’8% degli under 30 non ha internet”.

La grande sfida, per Telecom, è stata di passare da erogatore di servizi, che fino a qualche anno fa si contraddistinguevano come voce e sms, a fornitore di infrastrutture legate a internet, erogando servizi diversi tra loro che si sostengono con business collaterali (come ad esempio Skype e Whatsapp). Ci troviamo in un “momento dicotomico”, in cui la frontiera video rende necessaria una nuova connettività. I bisogni passano perciò da una combinazione efficace di reti e servizi. Ma il problema non è solo di accesso alle risorse. Come esempio, cita che il 65% delle persone potrebbe usufruire di una connessione a 20Mbps, ma solo il 20% ne fa uso. Uno degli obiettivi per l’agenda digitale per il 2016 sarà proprio di rafforzare la fibra 4G al 60%, e rafforzare le reti 3G esistenti.

Di diversa posizione è Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia, che ha definito la sua azienda come formata da “agnostici tecnologici”: sebbene siano passati da una diffusione satellitare per multicast, hanno provato la sperimentazione mobile insieme a Telecom, che ha dato come esito Sky Go. L’obiettivo è fornire ai clienti un’alternativa in più e rafforzare l’uso della fibra, che permette l’ibrido con una modalità on demand. Un miliardo e mezzo di case infatti non sono raggiungibili dal satellite, e se non possono essere raggiunte dall’alto, la terra, tramite la fibra, fornisce la risposta.

Per quanto riguarda l’editoria, rappresentata da Riccardo Cavallero, direttore generale di Edizioni Mondadori, la prima innovazione da mettere sul piatto riguarda innanzitutto l’acquisizione del social network Anobii, che raccoglie una nutrita community di lettori. La piattaforma ha subito una crisi negli ultimi anni a causa di una “sciagurata” gestione, e Cavallero ha voluto mettere in chiaro che non rappresenta un’attività commerciale per Mondadori, ma una sfida per migliorare il servizio a favore degli utenti. Il ruolo di un’editore non è di distribuire al meglio i propri prodotti, ma di consegnare storie adeguate al pubblico, e l’avvento dell’ebook permette di ampliarlo notevolmente attraverso una capillare diffusione su diverse piattaforme, come smartphone e tablet.

Ha poi preso la parola Vittorio Zucconi, storico inviato de La Repubblica e fondatore, 16 anni fa, del sito della testata. Ha accennato alla relativa facilità a passare a tecnologie diverse, poi si è soffermato su come cambia il modo di comunicare: non c’è più scambio unilaterale, il web permette di avere una risposta immediata da parte dei lettori. Secondo lui, per cui la distinzione tra digitale e reale non esiste più, si può parlare di continuità liquida. “Ho percepito il cambiamento quando mi sono reso conto che in bagno non leggevo più libri ma il tablet” è l’immagine molto eloquente che Zucconi ha usato per spiegare l’evoluzione della tecnologia. Nonostante si tratti sicuramente di un cambiamento con notevoli dosi di innovazione, il giornalista non ha dimenticato di nominare alcune criticità insite nel sistema: per prima cosa, chi paga per tutto questo? La rete, sebbene sia libera, non è affatto gratis e il costo delle infrastrutture non può essere pagato dallo Stato. La pubblicità è l’unica risorsa, non rinnovabile, a cui attingono in tanti del settore “con la cannuccia”. Inoltre c’è il problema dell’effetto “Grande Fratello”, che, ha afferma Zucconi, esiste davvero. Noi siamo pedine inconsapevoli all’interno del gioco (basta pensare al bug di Heartbleed e al caso NSA). Infine, problema che ci riguarda in quanto italiani, è la barriera digitale con la pubblica amministrazione a livelli “austroungarici”.

La risposta di Telecom non si fa attendere: sono previsti 3 miliardi di euro di investimenti (di cui solo 2 e mezzo in reti e informatica, gli altri in formazione). Anche se si tratta di una gara senza fine, a rincorrere le next generation technology. Secondo Patuano, “la palla di neve è partita e sarà impossibile fermarla”.

Per quanto riguarda il successo di Netflix, esperimento di streaming TV americano, Zappia non ha dubbi: si tratta di un fenomeno fortemente legato all’ambito locale per via dei prodotti televisi diffusi quasi esclusivamente a pagamento. In Italia la possibilità di aggirare la pirateria può derivare solo ed esclusivamente dalla qualità del prodotto proposto, che viene adeguatamente remunerato da un successo commerciale.
Secondo Cavallero nell’editoria tutto questo si è perso per colpa del self-publishing, che sarebbe responsabile di far perdere valore al prodotto. Gli editori hanno perso potere e i metodi digitali possono andare in una sola direzione per permettere un equo compenso del prodotto culturale: rendere inevitabile al cliente/fruitore l’acquisto diretto del servizio. Diventerebbe così un mercato di contenuti in cui il prodotto buono può prevalere. Bisogna solo sperare che “il peggio non abbia la meglio”.

Veronica Tosetti