Il cambiamento climatico come avventura: live blogging dall’Antartide

Stefano Valentino è un giornalista che è partito un anno fa sulla nave oceanografica di ricerca Italica, dalla Nuova Zelanda sino in Antartide, in una traversata durata quasi un mese. Il giornalista italiano è riuscito a fare questa esperienza ai confini della terra grazie al Consiglio Nazionale di Ricerche e l’associazione ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile).

La ricerca scientifica deve tornare ad appassionare e i nuovi media possono fare tanto per raggiungere questo obiettivo. Proprio per questo, il CNR ed Enea offrono ogni anno un periodo in Antartide a giornalisti selezionati, per seguire le attività di trivellazione del ghiaccio e analisi marittime, terrene e dell’atmosfera, fianco a fianco con scienziati e  ricercatori.

“Avevo questa idea mitica dell’Antartide. Perché l’Antartide è importante? È vitale per l’equilibrio climatico e la ricerca scientifica è spesso trascurata dai media”, racconta Valentino. Valentino ha creato il blog Route to South, primo blog giornaliero dalla nave Italica, con foto, video e mappe interattive, con cui è riuscito a creare e appassionare un nuovo pubblico. Nello stesso panel, anche Giorgio Budillon (Commissione Scientifica Nazionale Antartide), Marco Ferrazzoli (capo ufficio stampa CNR), Massimo Frezzotti (Presidente Comitato Glaciologico Italiano), Adele Irianni (Unità Tecnica Antartide ENEA) e Daniele Moretti (Sky TG24).

Come ha raccontato Budillon, “Il cambiamento climatico è qualcosa di molto lento, si coglie in anni, è diverso dalla notizia bomba”. Serve un modo più lento di raccontarlo, ma anche innovativo. Ferrazzoli rincara: “La comunicazione scientifica ha il ruolo di rendere la ricerca emotivamente attraente”. Soprattutto con questo tipo di ricerca “estrema”, a 60° sotto zero in inverno, si può riprendere al meglio l’idea della grande avventura di Ulisse per la conoscenza. “La passione ritrovata serve anche per recuperare un deficit dei giovani nella ricerca e contrastare il calo di iscrizioni alle facoltà scientifiche”, conclude Ferrazzoli.