Il futuro del servizio pubblico nell’era digitale

Foto: Pierluigi Brandi
Foto: Pierluigi Brandi

“We’re all digital journalists now” ha detto il direttore News della Bbc, James Harding, ai suoi colleghi nel dicembre del 2013. E l’ingresso del digitale nel mondo dell’informazione non rappresenta altro che innovazione e cambiamento. Con l’impegno sostanziale per il giornalista e la testata di instaurare prima di tutto un rapporto di fiducia con i propri utenti. Questo accade in maniera ancora più importante nell’informazione di servizio pubblico, tema del panel dal titolo ‘Giornalismo nell’era digitale: quale ruolo per le radiotelevisioni pubbliche europee?’. 

A rappresentare l’Italia e la Rai Monica Maggioni, direttore di RaiNews24, che ha messo a confronto il mercato e la situazione italiana con l’esperienza inglese di Steve Herrmann, direttore Bbc News online, e quella della rete più diffusa in Francia, France Télévision, illustrata dal suo direttore Future media, Eric Scherer. Il dibattito è stato moderato da Mario Tedeschini Lalli del Gruppo L’Espresso.

“Se consideriamo il servizio pubblico sia come il luogo dove raccogliere informazioni che come quello in cui i cittadini formano la propria opinione e coscienza critica, l’innovazione non potrà mai essere uno slogan ma il motore per la crescita dell’intero Paese. Attualmente la Rai sta analizzando come arrivare a questo sviluppo” – ha spiegato Monica Maggioni, che ha fatto un particolare riferimento alla problematica creata in Italia dalla presenza di un pesantissimo digital divide. “L’azienda è in piena fase di rinnovamento e riorganizzazione  — ha aggiunto il direttore di RaiNews24 — vista la scadenza a maggio 2016 della Convenzione con la quale lo Stato le affida in esclusiva la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo. Quando oggi vedo colleghi che additano altri nella stessa redazione, definendoli ‘quelli del sito’ mi preoccupo per il loro valore come professionisti. Se si ama questo lavoro, non si può che considerare il digitale un’evoluzione naturale del mestiere di giornalista. E non si può non rimanere affascinati dalle infinite declinazioni del raccontare che il digitale offre”.

Come analizzato da Eric Scherer, però, “oggi il mercato è saturo di contenuti a causa della enorme quantità e varietà di offerta. Il servizio pubblico compete anche con varie piattaforme e si trova costretto a una trasformazione in chiave di ‘media personale’. Questo vuol dire proporre agli utenti nuove forme di narrativa, dove è lo spettatore a scegliere come comporre il suo palinsesto. Il compito del servizio pubblico è quello di aiutare le persone a capire come e cosa scegliere”.

La Bbc ha un’utenza che oscilla tra i 50 e il 60 milioni di browser alla settimana e crede nella forte partecipazione degli utenti alla costruzione del servizio pubblico di informazione. “Abbiamo escogitato — ha spiegato Steve Herrmann — come usare Instagram per dare notizie, come organizzare sezioni del portale per la raccolta di dati sulla sanità, e cerchiamo ancora di capire cosa vogliano leggere le persone sui tablet . La missione delle testate è sempre stata capire cosa volesse il pubblico e col digitale quest’analisi è diventata estremamente più complessa”.

Caterina Cossu

@caterinacossu