Nuovi strumenti per raccontare una buona storia

Oltre sessanta strumenti per raccontare una storia. Sono gli indispensabili utensili del mestiere, semplici programmi che possono rendere meno faticosa la trasformazione digitale del mondo del giornalismo. Ezra Eeman, fondatore di Journalism Tools, e il giornalista e documentarista Tim Verheyden, intervenendo nell’incontro Storytooling: nuovi strumenti per la prossima generazione di giornalisti, hanno fornito una sorta di guida per un giovane che voglia cimentarsi nella professione.

I tempi sono cambiati e si devono studiare nuovi metodi per attrarre un pubblico abituato a un tipo di comunicazione differente. Parole banali – mantra decennale di quasi tutti gli addetti ai lavori – che servono a poco se non sono accompagnate da una decisa virata nel modo di fare informazione. A detta dei due giornalisti, “lo storytelling deve prendere il posto del reporting, tipico di un’informazione televisiva, se vogliamo restare influenti”. Il concetto di fondo non cambia: ai lettori interessano una buona storia e personaggi che hanno qualcosa da dire. Contatti, memoria, riflessione, relazione con il proprio pubblico, attenzione e lettura sono i componenti fondamentali per la ricerca di una storia secondo i due giornalisti. Una ricetta valida dalla creazione della stampa, probabilmente. Quello che cambia sono gli attrezzi del mestiere: passiamo allora in rapida rassegna alcuni dei migliori programmi e applicazioni (in gran parte liberi) utili a costruire il nostro racconto.

Partiamo dall’inizio. Abbiamo un’idea non ancora del tutto definitiva? Fast idea generator è un programma che aiuta a dissipare la nebbia. Compilando le apposite caselle dove scriviamo a grandi linee cosa pensiamo di fare, il programma ci aiuta a valutare la questione da angolazioni diverse, proponendo nuove prospettive.
Strumenti utili a organizzare il lavoro sono inoltre XMind, app che organizza temi e pensieri, e Mindly che aiuta a ricordare e organizzare pensieri sul cellulare. Hanno simile utilità Realtime Board e GoMoodboard.

Passiamo alla seconda fase della costruzione della storia: la ricerca. Per essere sempre aggiornati sulle notizie che riguardano l’argomento di nostro interesse, è possibile ricorrere a Google Alerts, TalkWalker e Mention. Molto utile IFTTT che trova i tweet che contengono un determinato hashtag e li ordina in un elenco.

Per il monitoraggio delle notizie esistono vari strumenti: dal più noto Feedly a Nuzzel e Newsle, che riportano attività dai social media, a Social Sensor, Prismatic e Tweetdeck. Defcomb effettua invece ricerche assemblando combinazioni di parole.

In qualsiasi racconto potremmo aver bisogno di un supporto nella visualizzazione spaziale. Si tratta di strumenti spesso utilizzati da compagnie di marketing ma che possono rivelarsi molto utili a fini giornalistici: ecco allora Maps engine che, avvalendosi delle mappe di Google, permette di fare ricerche su aree specifiche. Geofeedia ed Echosec monitorano invece i social media localizzando le attività degli utenti, mentre CO Everywhere permette la creazione di heathmaps sui dati dei social media. Molto interessante è poi il servizio offerto da Newspaper Map che traduce giornali da tutto il mondo con il supporto di Googletranslate.

Per ricerche specifiche sui social network abbiamo a disposizione varie scelte: Topsy, Mentionmap, Electoral e Tweet Library lavorano principalmente grazie a Twitter, Buzzsumo ci informa su quali sono le storie più condivise, Bio is changed ci allerta ogni volta che qualche contatto cambia la sua biografia, 360 social me offre una panoramica a 360 gradi sulla presenza di una persona sui social.

Per la fase operativa, passiamo in rassegna programmi più tecnici: Filmic Pro è un’app per produrre video con impostazioni semi professionali, Clips serve per montare video sul cellulare mentre Vscocam permette un ottimo editing di immagini.

Per quanto riguarda l’audio, possiamo usare Interviewy, applicazione utile come audio registratore che offre anche possibilità di trascrizione, mentre O-Transcribe e Qwaz Audio app sono programmi per la trascrizione audio.

Siamo ora pronti a selezionare un contenitore che metta insieme i nostri video, testi e media di ogni tipo. In questa fase è necessario riflettere sulle nostre esigenze narrative e scegliere lo strumento più adatto che aggiungerà valore alla nostra storia, creando interesse, attraendo l’attenzione del lettore per fargli spendere qualche minuto in più sulla nostra pagina web. È essenziale in questa fase capire che tipo di lavoro stiamo facendo, se stiamo utilizzando maggiormente suoni, immagini, video o grafiche; e ancora, su quale device sarà maggiore il traffico, quanto siamo disposti a spendere, che tipo di interazione vogliamo.

Ecco quali sono gli strumenti che possono andare incontro alle più svariate esigenze: Exposure e Storyform sono piattaforme online che permettono di raccontare storie con immagini. Storehouse è un’app per il cellulare che consente una narrazione a scroll. Sway, Pageflow e Adventr sono altri strumenti utili ad aggiungere interattività al nostro racconto.

Kettlecorn è un software libero che permette la creazione di video interattivi, Racontr è un programma complesso, ancora in versione beta, che consente la creazione di contenuti interattivi di grande impatto. Touchcast è un’app per iPad per video interattivi touch, Timeline Js, libero e open source, permette la creazione di interessanti timeline, mentre Storymap di mappe interattive, così come Esri.

Sempre nell’ambito della produzione multimediale, Spicynodes aiuta l’esplorazione interattiva di tematiche, Thinglink la creazione di immagini e video interattivi, Mattermap raduna immagini ottimizzandole per lo storytelling, Odyessey integra differenti media su una mappa e Tripline è un supporto utile per la costruzione di un viaggio a tappe.

Un’altra carrellata di attrezzi del mestiere: Jamsnap aggiunge suono alle immagini, Pixlr Express permette il fotoediting online, Storify è un contenitore di differenti contenuti online, Twitshot consente l’impostazione di immagini predefinite per i vostri tweet, Replay è un’app multimediale per foto e video, Google Cardboard 3D progetto di realtà virtuale, CartoDb permette visualizzazioni di dati su una mappa, Soundcite aggiunge tracce audio a testi scritti, Chhirp incorpora brevi tracce audio ai tweet, Opinion per registrare il vostro personale podcast.

Infine le infografiche: Infogr.am e Datavisual vi consentono una migliore visualizzazione dei vostri dati.

Il consiglio per chi è interessato a provare uno o più degli strumenti brevemente descritti è di studiare quali siano i più adatti alle proprie esigenze narrative, approfondirne le potenzialità a e non cambiare prospettiva continuamente. Prendere confidenza con questi programmi permette di integrarli e ottenere risultati eccezionali. “Il trucco è fare una selezione di una decina di strumenti che possono fare l’80% del lavoro e osare per il restante 20%”, suggeriscono Eeman e Verheyden. Il tutto senza dimenticare che la cosa più importante rimane la storia che abbiamo da raccontare.