Propaganda Live: chiediamo al sindaco di Perugia lo stadio!

Sabato sera a #ijf18 vuol dire solo una cosa: Propaganda Live al teatro Morlacchi, forse l’evento più atteso di queste giornate a Perugia. La coda all’ingresso inizia a formarsi già due ore e mezza prima dell’inizio. Alle 21.30 circa ormai non se ne distingue la fine. Per i fortunati che sono riusciti ad entrare, il divertimento inizia già prima di cominciare, con Makkox (Marco Dambrosio) che intrattiene platea e galleria con le sue vignette. Uno sfondo giallo, pochi ma geniali tratti neri e, perché no, una dose di autoironia sono gli ingredienti vincenti che coinvolgono la sala.

Tra il pubblico, fedelissimi del format di Diego Bianchi (in arte Zoro) che seguono il programma ora passato a La7 dai tempi di Gazebo sulla RAI. Si tratta per lo più di giovani e giovanissimi, ma non mancano le famiglie. Tutti impazienti di vedere dal vivo i protagonisti di uno dei programmi di attualità più apprezzati, che con la sua vocazione social garantisce ogni settimana il massimo coinvolgimento degli spettatori. Basta uno smartphone per interagire con la puntata e dire la propria opinione sui temi trattati in studio. Immancabile sul palco del teatro anche la Propaganda orchestra, che accompagna gli interventi con musica dal vivo e sottofondi jazz.

È Mirko Matteucci (conosciuto come Missouri 4) a presentare il resto della truppa. Il suo entusiasmo travolgente, però, lo lascia già a inizio serata quasi senza voce. Dopo autori ed inviati del programma, fanno il loro ingresso sul palco del teatro Francesca Schianchi, definita da Matteucci come “la bellezza de La Stampa, la donna che tutti ci invidiano” e Marco Damilano. Sul direttore de L’Espresso ironizza: “questo Festival è per lui, il giornalismo puro, quello ventiquattro ore su ventiquattro, che legge dodici giornali al giorno!”. Infine saluta il pubblico anche Diego Bianchi, che indossa come sempre una t-shirt nera di Irma la Douce.

Fin dai primi minuti Propaganda Live si rivela l’evento più partecipato del Festival. Zoro chiede infatti la collaborazione della sala per aiutare Mirko Matteucci a raccogliere le domande del pubblico nel corso della serata. Interventi che saranno numerosissimi, con ragazzi che si sbracciano dalle balconate del teatro per dire la loro.

Si inizia come sempre dall’attualità. Diego Bianchi legge una carrellata di tweet delle ultime ore che viene proiettata in sala e con riferimento agli ultimi attacchi in Siria afferma: “In questo momento è in corso la terza guerra mondiale, se ho capito bene”. La palla passa allora “alla parte più autorevole della compagnia”. M. Damilano legge la notizia di un bombardamento chimico, ma precisa che risale al 4 aprile 2017, anche se potrebbe benissimo essere una cronaca di questi giorni. Ciò significa che “il mondo non ha fatto niente, così come nessuno sta facendo niente da molti anni”. Denuncia l’ipocrisia delle grandi potenze che esultano “missione compiuta!” e il riferimento è al tweet di Trump proprio a seguito degli avvenimenti della notte tra venerdì 13 e sabato 14 aprile. Interviene F. Schianchi per riportare l’attenzione alla nostra situazione nazionale: “L’attacco in Siria ha influito sul secondo giro di consultazioni, è stato argomento di dibattito a tutti gli incontri al Quirinale.”

La serata prosegue con un riepilogo dei servizi di Propaganda che nell’ultimo anno hanno riscosso il maggior successo. Tra i grandi classici, una reinterpretazione dello spot del PD per le ultime elezioni, gli interventi satirici del fumettista Gipi (Gian Alfonso Pacinotti) e il discorso di Beatrice Lorenzin dall’acquario di Genova, che viene ironicamente definito da Zoro “uno dei comizi di campagna elettorale più convincente”. [1h37min57s] Alla politica, però, si accompagnano racconti di vita quotidiana sul territorio. L’arma vincente di Propaganda è proprio questa capacità di riportare la realtà mettendo insieme serietà e divertimento, o meglio “momenti di cazzeggio” come afferma lo stesso D. Bianchi. Una formula che funziona anche per affrontare i temi più delicati, come quello dell’immigrazione. Negli ultimi mesi la troupe di Propaganda ha raccontato la realtà delle frontiere più battute: Ventimiglia, Bardonecchia, Calais e Lampedusa per citarne alcune. Zoro ammette quanto sia difficile, affrontando questi, trovare il modo di far passare il messaggio, di far sì che l’opinione pubblica si sensibilizzi a queste storie.

Zoro, invitando tutti al prossimo Festival 2019, conclude con una Var sulla serata, cioè mostrando i tweet del pubblico: di chi c’era e di chi aspettava fuori, di chi ce l’ha fatta ad entrare e di chi invece si è dovuto accontentare dello streaming. Un evento interattivo e coinvolgente come pochi, che riesce allo stesso tempo a divertire e a spingere alla riflessione sull’attualità italiana e internazionale.

https://www.youtube.com/watch?v=iZVHKsnJ_1k