Sicurezza e verifica delle informazioni: strumenti per i giornalisti nell’era digitale

Come navigare in modo sicuro e verificare le informazioni online? Questi i temi principali al centro del workshop, riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti, curato da Elisabetta Tola, giornalista e fondatrice dell’agenzia di comunicazione scientifica Formicablu e collaboratrice del Google News Lab come media training specialist per l’Italia. Un incontro di formazione sull’utilizzo, a supporto dell’attività giornalistica, dei diversi strumenti messi a disposizione da Google e da altre piattaforme quali Firs Draft e Geo Search Tool. Il lavoro dei professionisti dell’informazione richiede un continuo aggiornamento di competenze, dove “l’integrazione tra i diversi strumenti – ha esordito Tola – è una delle strade che dobbiamo percorre per migliorare la nostra pratica”.

Il primo tema del workshop è stato quello della sicurezza in Rete. All’interno del nostro account Google, ad esempio, Tola suggerisce un approccio dinamico dei livelli di sicurezza per “decidere quanto voglio condividere dei miei dati e quando voglio essere profilato nella mia navigazione”. Fondamentali sono le impostazioni del nostro profilo, in quanto “possono essere cambiate frequentemente ed è molto importante farlo perché ci sono momenti della nostra vita online in cui preferiamo che una certa cronologia di navigazione sia registrata e altre volte no”. Il primo passaggio per proteggere i nostri account è “scegliere una password adeguata e le cose facilmente identificabili con la nostra persona non sono una buona scelta.”  “Potete decidere anche se fare una verifica in due passaggi, con un codice inviato tramite sms” – afferma Tola. “Sembra una banalità – aggiunge – ma continuo a trovare persone che utilizzano password con un basso livello di sicurezza.”

Un’azione molto importante è quella di cambiare periodicamente le password, utilizzando un sistema cassaforte come SmartLock il quale consente di ricordarle attraverso un sistema criptato.
Altra questione è quella della gestione delle attività e del consenso che rilasciamo a molte delle applicazioni che scarichiamo: “Devo essere consapevole. Se, come giornalista, sto andando ad incontrare una persona che mi deve dare delle informazioni riservate, forse è bene che io non sia geolocalizzata e che non sia evidente al mondo intero dove sto andando”.

La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla ricerca avanzata e alla verifica delle informazioni. “Possiamo utilizzare – afferma la fondatrice di Formicablu – degli strumenti per indirizzare il motore di ricerca in modo più preciso verso quello che ci serve”. In questo caso è possibile impiegare alcuni operatori di ricerca o la ricerca avanzata di Google per selezionare una data, un sito o un formato file specifico, così da perfezionare i risultati.

La crescente diffusione di contenuti visuali all’interno dei canali digitali implica una maggiore attenzione nella verifica di video e immagini. Molte operazioni di fact-checking possono essere svolte grazie alle informazioni presenti nell’immagine: dall’analisi dell’orario di pubblicazione alla ricerca inversa per risalire all’immagine originale, nonché sfruttare Google Maps per realizzare un confronto con il contenuto originale. Tra le molte case history, Elisabetta Tola si è concentrata in modo particolare sul processo di verifica del tweet contenente l’immagine dell’incidente aereo in cui è stato coinvolto il volo 235 della TransAsia Airways. “Questo caso – spiega – coniuga accuratezza e velocità”. “La redazione che ha visto il tweet ha subito verificato il profilo dell’utente ed è stato appurato che questa persona fosse realmente sul posto. Successivamente è stata contatta direttamente per chiedere ulteriori chiarimenti e il consenso per la pubblicazione dell’immagine, instaurando così un rapporto con la fonte. Attraverso la ricerca inversa è stato possibile risalire ad un video che mostrava la dinamica dell’incidente. Un ulteriore passaggio è stato quello di identificare se l’aereo fosse davvero partito dall’aeroporto di Taiwan pochi minuti prima. In ultima istanza, prima di confermare le immagini, è stata verificata anche l’originalità del video – conclude la giornalista – impiegando come parametri la geolocalizzazione e l’ora della condivisione.”

Google Trends ha avuto spazio nella parte finale del workshop, grazie al quale è possibile visualizzare i volumi e le ricerche più popolari tramite l’impostazione di determinati parametri. Elisabetta Tola ha terminato il proprio intervento citando alcune tipologie di utilizzo mediatico di questo tipo di dati, ad esempio per osservare il gradimento delle serie tv oppure per raccontare, come ha fatto The Economist, l’andamento dell’interesse a trasferirsi in Canada per statunitensi e britannici, argomento di tendenza dopo la vittoria di Trump nelle ultime elezioni presidenziali americane.