Strumenti vecchi e nuovi della campagna elettorale 2018

Sono settimane concitate per la politica italiana, con Mattarella alle prese con le consultazioni per formare il nuovo governo. Tutti si chiedono dove porteranno i risultati dell’ultima tornata elettorale, che ha visto il Paese nettamente diviso. Ma qual è stato il ruolo della campagna pre-elezioni? Quali strategie di comunicazione vecchie e nuove sono state usate dagli aspiranti leader? “Viaggio nel voto: le elezioni 2018 tra tv e social”, questo il titolo dell’evento che venerdì 13 ha visto confrontarsi sul palco del Teatro della Sapienza a Perugia Lorenzo Pregliasco, cofondatore YouTrend, e Mario Secchi, direttore WE magazine. Alessandra Sardoni , giornalista di Omnibus La7, non ha potuto essere presente perché impegnata proprio al Quirinale.

L’obiettivo di questo “tour retrospettivo sulla campagna dei leader”, spiega L. Pregliasco, è capire come siamo arrivati all’esito dello scorso 4 marzo e come queste elezioni sono state raccontate dai media, tradizionali e non. Neanche a dirlo, i social l’hanno fatta da padrona. Come affermato da M. Secchi, infatti, “nell’era della videocrazia, la tv ha sì un ruolo importante, ma nella scala gerarchica dei mezzi di comunicazione è stata superata da internet”.

Con l’aiuto di slides, i due speaker commentano le mosse dei maggiori protagonisti della campagna elettorale 2018. Matteo Salvini si è rivelato senza alcun dubbio uno dei vincitori della campagna social. Ha saputo usare la televisione, spiega Secchi, per far rimbalzare il suo messaggio veicolato sulla rete: “Dopo gli eventi di Macerata avrebbe potuto cadere, invece ha cavalcato la tigre, è saltato sopra la polemica e ha valorizzato il suo messaggio”.

Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, apice della loro campagna è stato l’annuncio della potenziale squadra di governo, annuncio che Luigi Di Maio ha dato prima di tutto sui social. “Hanno dimostrato di essere nativi digitali, […] capaci di arrivare direttamente al cuore degli elettori”, commenta Secchi.

Silvio Berlusconi, personaggio del passato e del presente della politica italiana, ha ottenuto un risultato elettorale non entusiasmante (il 14%), ma Forza Italia ha giocato nuove carte nella propria strategia comunicativa. Parliamo di un uomo che negli anni “ha cambiato totalmente lo scenario della comunicazione in Italia”. Il suo è il linguaggio dell’italiano medio e nonostante l’esito del voto si può dire che in questo abbia mantenuto il punto. Pregliasco sottolinea come elemento decisivo della campagna di Berlusconi sia stato, accanto a quella televisiva, la sua costante presenza sui social.

Confrontando nel dettaglio alcuni slogan usati dai maggiori partiti in campagna elettorale, il PD di Matteo Renzi ha messo in campo, per i due speaker, una strategia comunicativa a volte sbagliata. Ad esempio, slogan come “Vota la scienza” o “Vota il lavoro” non hanno trasmesso all’elettore nulla di concreto. “La comunicazione”, incalza Secchi, “è lingua, suono, ritmo”. E il motto del m5s “Partecipa, scegli, cambia” rispecchia appieno tale visione. Ancora una volta viene sottolineata la coerenza di Forza Italia, i cui manifesti recitavano “Onestà, esperienza, saggezza”. Salvini, con il suo “Prima gli italiani”, è stato abile non solo nella scelta delle parole. Hanno giocato, infatti, a suo favore l’ambizione di governo inserita nel simbolo del partito (“Salvini premier”) e il passaggio dall’iconico verde Lega Nord al nuovo blu Lega, scelta che vuole evocare Trump.

In un estratto video mostrato in salta, Pregliasco afferma “La comunicazione politica fatta con gli strumenti digitali sembra un mondo a parte, in verità non cambia molto dall’urlare qualcosa in piazza con un megafono”. A proposito di nuove strategie comunicative, Pregliasco illustra brevemente alcuni strumenti digitali pensati dai media per essere interattivi. Un esempio è la torta per comporre le maggioranze , progetto di SkyTG24 e Agenzia Agi: “Sospettiamo che Mattarella ne stia facendo uso in questa settimana”, ironizza.

Secchi auspica un nuovo modo di raccontare la politica, in mancanza di prospettive efficaci per superare la crisi dell’editoria che stiamo vivendo. Per questo ha fondato List, un portale di analisi economiche, politiche e internazionali a pagamento che sta avendo un buon successo. “Il modo di raccontare la politica”, spiega, “è sbagliato per oggi: bisogna sollevare il livello della scrittura e superare il modello free, […] che costringe a inseguire i clic per vendere banner pubblicitari”.

Mostrando al pubblico alcune delle mappe preparate da YouTrend, Pregliasco commenta: “È stato un voto che ha confermato da una parte e sorpreso dall’altra”. Cita poi Marco Damilano: “La campagna elettorale più inutile della storia della repubblica ha prodotto il più grande sconvolgimento elettorale degli ultimi decenni”. Quello che risulta dalle mappe, infatti, è un paese profondamente cambiato rispetto alle precedenti elezioni 2013. Andando nel dettaglio, inoltre, si può notare una differenza notevole tra le preferenze espresse dai cittadini nelle periferie e nei centri urbani. Secchi lo definisce come il primo problema da risolvere: colmare le distanze tra élite e popolo.

Sull’interrogativo finale in merito alle sorti del governo, Secchi esprime la sua personale previsione, prospettando un 60-20-20. Al 60% Mattarella nominerà un suo primo ministro, dando vita a un governo di transizione media appoggiato dalla maggioranza dei partiti. Al 20% potrebbe nominare un Presidente del Consiglio, uscente da una maggioranza che si sta cercando in questi giorni. Al restante 20%, infine, non si raggiungerà alcun accordo e si andrà presto a nuove elezioni. La battuta finale è di Pregliasco: “Magari l’anno prossimo ci troveremo di nuovo, sempre qui a Perugia, a commentare un altro Viaggio nel voto”.