Whistleblowing, una parola che viene dall’inglese “blow the whistle” che letteralmente significa “soffiare il fischietto”. Più comunemente, tradotto come “gole profonde”, whistleblowing si riferisce alla tutela di quelle persone che rivelano, a colleghi o superiori, l’illecito che avviene all’interno di una azienda o una società.
Una tavola rotonda nella programmazione del Festival del Giornalismo proprio per discutere di gole profonde, di come relazionarsi con loro in modo sicuro, della loro protezione, di giornalismo investigativo e soprattutto di piattaforme per segnalazioni anonime.
Claudio Agosti ha coordinato gli interventi. È un hacker, programmatore, docente e attivista. Co-fondatore del progetto GlobaLeaks, è presidente del Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali. Al panel sono intervenuti Philip Di Salvo dell’Osservatorio Europeo di Giornalismo, un istituto di ricerca sui media che, tra le altre cose, si batte per difendere la libertà di stampa; Attila Mong, uno dei maggiori giornalisti in Ungheria, impegnato in progetti di giornalismo investigativo e membro di Atlatszo.hu; Miranda Patrucic, reporter investigativo del Center for Investigative Reporting in Sarajevo e Organized Crime and Corruption Reporting Project. Tra le sue inchieste, va ricordato il progetto investigativo condotto insieme all’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) sul contrabbando di tabacco in Montenegro, scoprendo molte attività nascoste di esponenti governativi.
La rappresentanza italiana è affidata a Lorenzo Bodrero, co-fondatore di Irpileaks, una piattaforma online, la prima in Italia, creata per permettere a chiunque di denunciare abusi, illeciti e crimini restando anonimo, in modo da non rischiare la propria reputazione, non essere esposto mediaticamente o avere ripercussioni sulla vita personale e lavorativa. Fondato da soli due anni da otto giovani reporter, nel comitato scientifico include nomi quali Milena Gabanelli e David Leigh, capo redattore dell’ufficio inchieste del The Guardian.
All’estero esistono piattaforme di denuncia già da molto tempo; fra queste StrongBox, del The New Yorker e l’olandese Publeaks il cui fondatore, Teun Gautier presente al panel, ha dato un suo prezioso contributo. Di certo, la più nota rimane Wikileaks, il progetto di Julian Assange che ha permesso la realizzazione di alcuni dei più importanti scoop degli ultimi anni.
In Italia si parla ancora troppo poco di questi temi. Poche sono le denunce, probabilmente per paura di ritorsioni, forse per l’assenza di strumenti adeguati per le segnalazioni o peggio, per un intrinseco senso omertoso che ci contraddistingue. Frodi come quelle di Farina e del calcio scommesse o quelle di Parmalat e Cirio perpetrate per anni per mancanza di denunce nonostante in molti ne fossero a conoscenza, dimostrano l’urgenza di una regolamentazione del tema nel nostro Paese.
Sabrina Pugliese
@Sabri_Pugliese