Istantanea di una giovane Africa: cooperazione oltre le criticità

Nell’attuale scenario di criticità geopolitiche e sociali è interessante comprendere i nuovi connotati acquisiti dal continente africano e la partecipazione umana che vi ruota attorno. L’evento, tenutosi al Festival del Giornalismo, prende le mosse dal titolo dalla serie tv “Ciao mamma, vado in Africa”, con la partecipazione del regista Nicola Berti. Hanno presenziato alla discussione anche Matteo Bottecchia, responsabile dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm in Etiopia, Francesca Tognon, dottoranda in medicina e Paolo Ruffini, direttore di TV2000. A moderare l’incontro la voce capace di Laura Pertici, vicedirettrice dell’area digitale Gedi.

Il trailer della serie tv in questione ha spalancato il sipario della discussione incentrata sull’ Africa e sul coinvolgimento di giovani medici e cooperanti di Medici con l’Africa Cuamm. “La tua professione permea la tua vita quindi mi sento non di fare ma di essere proprio un medico”, riporta una delle giovani voci del filmato mostrato. Testimonianza diretta di Africa vissuta in prima persona è stata data proprio da Matteo Bottecchia. Quest’ultimo ha spiegato la storia della Ong Cuamm, nata nel 1950 dalla volontà di instaurare una cooperazione in ambito sanitario africano. Dopo aver lavorato nella sede padovana dell’associazione ed aver approfondito il tema dei diritti umani nel proprio percorso universitario, Bottecchia è partito per la Sierra Leone nel 2014. Ha ricordato come il Paese in quegli anni fosse in ginocchio, a causa dell’epidemia di Ebola. Questo evento ha sconvolto l’ordine sociale ed economico del Paese, ma nonostante questo, tramite Cuamm, è stato possibile installare i primi 2 centri di isolamento e tenere aperto l’ospedale materno infantile. L’associazione si trova ad operare oggi in 7 diverse zone dell’Africa subsahariana: la Sierra Leone, l’Angola, la Tanzania, il Mozambico, il Sud Sudan e l’Uganda.

Il Cuamm, ha sottolineato Laura Pertici, offre inoltre tra i suoi progetti a lungo termine, anche la possibilità di mettere in atto una specie di Erasmus africano per studenti o specializzandi della facoltà di Medicina. A parteciparvi anche Francesca Tognon, entrata a contatto con il Cuamm tramite il progetto JPO (Junior Project Officer), con il quale ha lavorato in Etiopia sotto la supervisione di un tutor. La sua esperienza l’ha vista affiancare per 6 mesi il capo progetto di salute pubblica, a cui ha fatto seguito poi un tirocinio alla sede centrale del Cuamm. Tognon si è occupata della connessione tra l’ospedale governativo, in cui operano in medici di Cuamm e medici locali, e 77 unità periferiche, gestite da personale infermieristico. Lo scopo era utilizzare tale relazione al fine di creare un sistema oleato ed efficiente, capace di rispondere al bisogno sanitario di unità non attrezzate per soddisfarlo. La dottoressa ha poi ricordato come il focus primario dell’intervento del Cuamm sia rivolto a mamme e bambini, i quali godono di un sistema di  Free Health Care, ovvero di un accesso gratuito alle cure per le donne in gravidanza, fino alla fine dell’allattamento, e per i bambini sotto i 5 anni di età.

Sia Bottecchia  che Tognon sono comparsi nella serie televisiva “Ciao mamma, vado in Africa”, andata in onda per 5 puntate da 25 minuti l’una. Tv2000 si è impegnata nella coproduzione del prodotto, ha spiegato il direttore Paolo Ruffini. TV2000, nata come canale satellitare 20 anni fa, oggi è un canale generalista free sul digitale terrestre. Ruffini ha evidenziato come Tv2000 abbia scelto di avere un punto di vista certo, di stampo cattolico, necessario, in un momento in cui, una generale confusione, richiede narrazioni capaci di descrivere autenticamente la realtà. Il direttore ha rimarcato la sua attenzione verso la ricerca di contenuti di sostanza, che andassero oltre la mera forma. Da tale visione, è nata la vicinanza e l’amicizia con il Cuamm, a cui viene riconosciuto il merito”di innervare con la propria esperienza i sistemi pubblici con il suo operato”. Ruffini ha messo in evidenza come spesso i media dipingano solo una parte di verità ed come a volte esasperino certe visioni, ad esempio, quella relativa a certi connotati razzisti del nord italia e del Veneto (dove invece ha proprio trovato origine il progetto del Cuamm). L’attività del Cuamm, in tal senso, è utile a disinnescare questo cortocircuito, per dare una connotazione positiva alla comune espressione “aiutarli a casa loro”. Il direttore di Tv2000 ha messo in luce anche il riscontro positivo in termini di ascolto da parte del pubblico della serie mandata in onda (con una media di ascolti di 50000 spettatori a puntata e picchi di 150000 contatti). Il che dimostra come i contenuti di qualità premimo e “non sia così vero che parlare di Africa non faccia ascolti.

Ciao mamma, vado in Africa

A queste parole ha fatto seguito il contributo di Nicola Berti, che ha dato vita al progetto “Ciao mamma, vado in Africa”, anche grazie alla collaborazione di Linda Previato, responsabile dell’ufficio comunicazione del Cuamm. L’idea di fondo è stata quella di offrire una serie fresca e informativa, senza lasciare spazio al vittimismo o qualunquismo sul tema Africa. Nelle riprese vengono raccontate le esperienze di giovani trentenni cooperanti che lavorano nel continente africano, per un totale di 9 storie in 5 paesi diversi. Il regista ha tenuto a sottolineare come i protagonisti della serie “non siano cervelli in fuga ma dei cuori in trasferta”.

La formula “Ciao mamma, vado in Africa” è stata poi riproposta anche nella dimensione web di Repubblica.tv, in un forma nuova rispetto alla precedente messa in onda televisiva. Pertici ha sottolineato il grande lavoro di limatura fatto sugli episodi di 25 minuti, i quali, integrati da materiale inedito, sono stati trasformati in 10 puntate da 3-4 minuti l’una, adatte alla fruizione in rete. In tal modo si è potuto dare nuovo spazio anche agli aspetto privati della vita dei cooperanti e non solo a quelli strettamente lavorativi. Tutto questo è stato anche un modo per smitizzare l’immagine del cooperante  come una sorta di super eroe dal camice bianco, per riportarla a un umano realismo.

Iniziative come Medici con l’Africa Cuamm rendono possibile il dialogo tra diverse frontiere sanitarie, sociali e scolastiche. Spesso nei territori più svantaggiati, come quelli africani, le strutture mediche diventano un porto sicuro per le comunità locali. E la diffusione di questo operato, grazie a prodotti comunicativi quali “Ciao mamma, vado in Africa”, è capace di attivare un circolo virtuoso che si avvale di tutute le potenzialità offerte dalle diverse piattaforme di trasmissione.