Lavorare in radio ai tempi del web: come crearsi una professionalità vincente

Come si può trasformare la propria passione per la Radio in un vero e proprio lavoro? Quali esperienze è necessario fare e quali canali utilizzare per farsi notare dalle grandi realtà? Queste sono le domande a cui hanno risposto i protagonisti del panel di oggi pomeriggio, voci note di alcune tra le più importanti radio italiane: Rossella Biagi di RadUni, Stefano Chiarazzo di Social Radio Lab, Moko di Radio 105, Max Pagani di RDS e Alessandra Tedesco di Radio24.

Si parte da dati incoraggianti: in Italia gli ascoltatori delle radio sono cresciuti in media dell’1,4%, con una classifica di ascolto che vede ai vertici Radio 102.5, seguita da Radio Deejay, Radio 105 e RDS (fonte: RadioMonitor). Crescono, di conseguenza, anche gli investimenti pubblicitari, con un 4,7% che rivela, in realtà, un ampio margine di crescita ulteriore (fonte: Nielsen). Il mondo delle radio è, quindi, destinato sì a evolvere, ma anche ad ampliare i propri campi di azione e di comunicazione. E a proposito di informazione e comunicazione, interessanti i dati relativi ai media utilizzati dagli italiani per informarsi: i telegiornali sono ancora in cima alla classifica, con un 63%; segue Facebook (un trend in crescita) con un 35,5% e subito i giornali radio con un 24,7% (fonte: Censis). Aumenta, dunque, la concorrenza per le radio, ma non solo in relazione al modo di informarsi: anche l’ascolto della musica, negli ultimi anni, ha subìto una rivoluzione, basti pensare a Spotify e alle numerose applicazioni in grado di riprodurre contenuti musicali fruibili sia da mobile che da desktop.

Con il digital, però, si aprono nuovi orizzonti per i canali radio, che se da una parte soffrono la concorrenza, dall’altra possono attingere proprio a questo mondo per evolversi, trasformarsi e trovare nuove opportunità. L’ascolto non è più il solo protagonista: oggi si pensa anche all’approfondimento, alla fidelizzazione e alla partecipazione dell’ascoltatore, che può usufruire di servizi ed esperienze d’uso diverse. Ma quale è il punto fondamentale che lega queste nuove possibilità? Sicuramente la diversificazione dei ruoli, che oggi interessa le radio molto più che in passato. Sono molte le nuove figure nate intorno e dentro le redazioni radiofoniche: dal social media manager al content manager, dal digital marketing al community manager. Non più solo speaker, dunque, ma una vera e propria rivoluzione di ruoli e professioni.

In una radio dove l’informazione e le news sono i canali principali, come Radio24, diventa fondamentale avere ruoli con caratteristiche diverse, che coprano settori più “classici” e settori più innovativi. E in questa ottica diventano un importante veicolo di studio e sperimentazione le radio universitarie, come RadUni, che coinvolge ragazzi di giovane età, con la passione e la voglia di affermarsi in questo mondo. Nel caso delle radio universitarie, il loro non essere “commerciali” e quindi a caccia di ascolti le rende perfette per sperimentare nuove idee e nuovi format, con una formazione ibrida che vede i ragazzi impegnati sia nello studio e nell’applicazione della conduzione radiofonica, sia nella gestione e nell’utilizzo dei nuovi media (come social network e siti web). E proprio il web può diventare fonte di investimento personale e professionale grazie alle piattaforme che permettono di realizzare postazioni radio private e personalizzate, dove iniziare un percorso all’insegna della pazienza e della passione. Ne è un esempio Moko, che ha iniziato con una radio privata (Radio MokoLab) per poi approdare a Radio 105, grazie a un contest e alla sua grande creatività. Il mondo delle radio è cambiato, così come la comunicazione utilizzata: servono idee fresche e giovani, su cui investire per un futuro sempre migliore. La passione viene confermata da tutti i professionisti presenti come motore necessario per arrivare a realizzare un percorso professionale valido e decisivo. Passione che vale in qualunque ambito o ruolo si voglia lavorare: dalla conduzione dei programmi alla redazione di contenuti digitali per i canali media delle radio.

Lavorare in radio ai tempi del web

Ma la passione, da sola, non basta: è necessario studiare, aggiornarsi e formarsi professionalmente. Ecco, allora, che diventa fondamentale la partecipazione a corsi e master, come quelli organizzati dal Sole24Ore in collaborazione con RDS. Ma anche stage e tirocini a fianco di professionisti già inseriti in grandi realtà, in grado di insegnare molto sia a livello teorico che pratico. E poi, una volta acquisite le competenze necessarie, imparare a farsi notare. Come? Con i contest, per esempio, organizzati da molte radio italiane (un esempio è RDS Accademy, veicolo valido per i giovani talenti che vogliono diventare speaker professionisti). Bisogna imparare a investire su se stessi, facendosi conoscere esattamente per come si è, con tutta la creatività e la passione necessarie.

Insomma, le parole chiave del processo sono tre: studiare, fare pratica, diversificarsi. In questo modo, saranno molte di più le possibilità che si apriranno davanti agli occhi di chi, in radio, vuole lavorarci davvero. E allora, buona fortuna!