Quando la legge non basta: etica e deontologia per i giornalisti

Mario Tedeschini Lalli, in veste di rappresentante ed ex responsabile per l’Italia della Online News Association, ha presentato la conferenza “Etica e deontologia giornalistiche per tutti“, tenutasi la mattina del 7 aprile al Centro Servizi G. Alessi.

Tedeschini Lalli, che si definisce un “antico giornalista digitale”, ha introdotto l’Online News Association, un’associazione non-profit per giornalisti digitali che conta 2500 membri in tutto il mondo. L’obiettivo primario è dare la possibilità ai giornalisti di scambiarsi informazioni ed esperienze riguardanti il proprio ambito professionale e confrontarsi sui problemi e le possibilità collegate a giornalismo, tecnologia e innovazione. L’associazione, fondata nel 1999, prevede una conferenza annuale che quest’anno si terrà a Denver dal 15 al 17 settembre.

Dall’ONA sono state recentemente lanciate due iniziative per sviluppare un codice etico e deontologico rivolto ai giornalisti: Build Your Own Ethical Code e Social Newsgathering Ethics Code. Con Build Your Own Ethical Code, un sito web avviato proprio al Festival Internazionale del Giornalismo nel 2014 e che da fine settembre sarà aperto a tutti, i giornalisti possono creare il proprio codice etico “fai-da-te”, decidendo come agire nelle più svariate circostanze. Dai contesti di guerra alle problematiche sociali passando per le questioni di condotta professionale.

Per rendere più netta la distinzione tra un professionista dell’informazione e un utente che semplicemente diffonde contenuti, è necessario stabilire criteri etici e deontologici che però – sostiene Tedeschini Lalli – non devono essere assegnati da un’unità esterna ma da ciascuna testata. Il lettore potrà poi stabilire se si riconosce o meno in questa serie di criteri, se i principi della testata si adeguano ai suoi. Stabilire i principi etici di una testata non è un processo lineare ma si divide in tre fasi distinte.

Prima di tutto bisogna accettare alcuni postulati etici, come ad esempio non mentire o accettare soldi sottobanco. Una volta accordatisi sui principi di base i giornalisti possono salire il secondo gradino della costruzione del codice etico, ovvero rendere esplicita la scelta di un giornalismo imparziale o di opinione. Una volta stabilito il tipo di approccio da adottare, che sia più vicino al principio di imparzialità del giornalismo americano o sia invece più engaged, si ragiona su come comportarsi in 40  diverse situazioni problematiche, per ognuna delle quali Build Your Own Ethical Code mette a disposizione materiali di riflessione.

Con il toolkit digitale Social Newsgathering Ethics Code, invece, l’ONA si è prefissata di stabilire nuovi criteri universali per la raccolta di informazioni sui social network e il loro uso giornalistico. Primo fra tutti, la trasparenza. Dopo aver accuratamente verificato l’autenticità dei contenuti generati dagli utenti, è importante spiegare al pubblico quale sia l’effettivo livello di affidabilità dei materiali raccolti. Giocare a carte scoperte con il pubblico è un punto fondamentale per costruire un reciproco rapporto di fiducia.

Inoltre, bisogna considerare i rischi a cui si espongono gli utenti le cui foto, video o altri tipi di contenuti, vengono pubblicati da grandi testate. Anche in questo caso, la parola chiave è trasparenza. Bisogna ricercare il consenso informato per l’utilizzo di contenuti prodotti dall’utente, comunicare direttamente con chi ha generato il contenuto che si vuole pubblicare e spiegare dettagliatamente come i contenuti saranno utilizzati e distribuiti su altre piattaforme.

Scorrendo in fondo alla lista, si trovano alcuni punti che riguardano la salute mentale del giornalista. Molti giornalisti si ritrovano costantemente esposti a contenuti violenti, si pensi ad esempio ai video delle decapitazioni da parte dell’ISIS pubblicati online e la cui visione può causare traumi psicologici. I giornalisti devono ricevere un adeguato supporto psicologico e nelle redazioni bisognerebbe evitare la “cultura del machismo” e riconoscere che alcune situazioni possono danneggiare la salute mentale dei giornalisti.

Secondo Tedeschini Lalli, questo discorso esula dalle questioni giuridiche. “Non tutto ciò che è legale è opportuno”, afferma. Ad esempio, per quanto pubblicare contenuti estrapolati dai social media sia legale, se un giornalista reputa che tale pubblicazione possa portare a rischi e conseguenze negative per l’utente, forse sarà il caso di non pubblicare il contenuto sulla propria testata. Al di là delle regolamentazioni giuridiche ci sono le scelte personali del giornalista. “Non c’è nessun codice etico che ti dica che non puoi citare una fonte perché è in pericolo – afferma Tedeschini Lalli – è una cosa che devi decidere tu”.